lunedì 19 dicembre 2011

Una "disponibilità" tutta italiana

"Buonasera. Ha 5 minuti da dedicarci? Stiamo raccogliendo le opinioni sulla manovra del Governo Monti. Solo qualche domanda, così per tastare il polso all'opinione pubblica."
"Ma certamente"
"Manovra Lacrime e Sangue. Lei è disponibile ai sacrifici tanto annunciati?"
"Eh sì, in tempi di crisi come questi è necessario che tutti stringano la cinghia. Ma cominciassero prima da chi è più ricco di me"
"Tagli della spesa pubblica? Necessari o deleteri?"
"Si facciano, ma solo con equità, equità, equità."
"Cioè? Si spieghi meglio.."
"Guardi non so dirle. Ma è un termine che ormai ripetono continuamente in Tv. Avranno i loro motivi."
"Certo, chiarissimo. E riguardo le liberalizzazioni? Un tema certamente spinoso"
"Ma certo, sacrosanto! Apriamo al mercato. Basta coi notai, cogli avvocati. Con la Casta"      ("...aspetti un attimo, non starà parlando del mio settore, vero? Sa, ho una farmacia, ho una famiglia da mantenere...non vorrà che quei dannati parafarmacisti mi soffino clienti, no?")
"Parliamo della flessibilità sul mercato del lavoro: giusto favorire una maggiore mobilità?"
"Giusto. Si sa, i giovani al giorno d'oggi devono essere pronti a far più di un mestiere. Devono rimboccarsi le maniche, sudare per il posto fisso." 
"Dunque è pronto all'evenienza di un suo salario più basso? A una diversa regolamentazione sui licenziamenti? A forme diverse dal contratto nazionale? Magari ridiscutere la struttura degli ammortizzatori sociali.."
"Sta scherzando?! Domani sciopero. Il welfare non si cambia. E che nessuno tocchi l'articolo 18. Dica...sarà mica un servo dei padroni lei?"
[...]
"Ma, converrà, da qualche parte bisognerà pur cominciare..."
"Comincino dai vitalizi dei politici, quelli sì che rubano sempre eh."
"Va bene, è sufficiente per noi. E' stato gentilissimo, arrivederci"
"A lei"


Toh, sta piovendo. Governo ladro.

mercoledì 23 novembre 2011

L'erba del vicino ortodosso è sempre più verde

"La chiesa greca dona parte del patrimonio immobiliare alla nazione in difficolta’. L’arcivescovo Ieronymos II ha detto al ministro delle finanze di essere anche molto ottimista sulle possibilita’ di cooperazione con la chiesa su strumenti pratici per alleviare le sofferenze dei piu’ bisognosi e ha promesso che “la chiesa continuera’ a combattere per la gente in questi momenti cr...uciali”.IL VAT...ICANO INVECE: NON PAGA ICI, IRPEF, IRES, IMU, TASSE IMMOBILIARI E DOGANALI, MA NEANCHE GAS, ACQUA E FOGNE. E' TUTTO A CARICO DEI CONTRIBUENTI ITALIANI. ... Possiede quasi il 30% del patrimonio immobiliare Italiano e con l'8 per mille toglie quasi 1 Miliardo di Euro all'anno all'Italia. Tassare la Chiesa e i suoi possedimenti in Italia é giusto per gli Italiani.COPIATE E INCOLLATE diffondete"
Alzino la mano quanti hanno letto quest'appello, che circola su facebook da qualche giorno. Ha ottime prospettive di diffusione, dato che fa leva su un malessere diffuso nei confronti dei privilegi della Chiesa di Roma. Un' annosa questione la diatriba sulle esenzioni fiscali per la Chiesa e per il suo patrimonio immobiliare che di certo viene esacerbata dalle magre prospettive future del Paese. "Se tutti devono contribuire, anche la Chiesa faccia la sua parte" è la richiesta. Giusto, perfettamente condivisibile. 
Il meccanismo di distribuzione dell'8xMille è un sistema che fa acqua da tutte le parti. In particolar modo se si considera che nel calcolo delle percentuali di divisione della somma complessiva non vengono conteggiate le persone che non hanno espresso alcuna preferenza nella destinazione della propria porzione di reddito. Semplicemente vengono considerati i voti espressi per ottenere le frazioni di ripartizione. I voti inespressi non fanno testo. Questo permette alle varie istituzioni religiose (prima fra tutte la Chiesa Cattolica) di ottenere un gettito molto maggiore di quello effettivamente deciso dai cittadini. Gettito che potrebbe invece essere destinato nelle casse statali. Se n'è occupata estesamente qui l'UAAR. Ma ne parla anche wikipedia nel paragrafo "Otto per mille non espressamente destinato dai contribuenti". 
Per quanto riguarda l'ICI posto un articolo pubblicato su L'Espresso e uno di Famiglia Cristiana. La situazione è complessa, la Chiesa dichiara di pagare l'ICI su tutti gli immobili non espressamente destinati al culto, ma l'inchiesta dei giornalisti dell'Espresso arriva a una conclusione diversa. 
Che la Chiesa non paghi gas, acqua e fogne sembra una panzana colossale. Ma ammetto di non avere la certezza. Non paga poi l'IMU per il semplice fatto che l'imposta municipale unica non è stata ancora approvata. E' dura pretendere che si paghi una tassa, quando non è ancora in vigore.
In ogni caso è innegabile che la Chiesa goda di privilegi discutibili, così come sarebbe di certo ben visto un aiuto da parte sua in un momento di sacrifici collettivi. Ma torniamo al caso greco. La notizia sembra del tutto priva di fondamento. L'unico articolo che si trova navigando in rete è postato sul blog "Punto di vista online" a firma di Luciano Priori Friggi, che poi viene copiato e incollato a sbafo (più o meno esplicitamente) da una miriade di altri bloggers. Si rimanda a una notizia dell'Agi, ma il sito dell'agenzia non riporta un archivio e la news risale ormai al 6 luglio (questo il testo, riportato da un altro sito). Sui siti internazionali nessuna traccia. Probabile che alla dichiarazione di intenti di qualche mese fa del prelato greco non abbia fatto seguito alcun effettivo provvedimento. Aria fritta insomma. Anzi, paradossalmente gli ultimi articoli descrivono una situazione molto meno rosea. Ecco "Le Monde" e "Romania Libera"
I puntini di sospensione messi a casaccio nel post (Vat...icano ad es.) potrebbero non essere un semplice errore di battitura. Piuttosto una tecnica frequente usata dagli hacker, il "pallone sonda": si tratta generare una sequenza di parole univoca così da seguirne agevolmente la diffusione del messaggio nel motore di ricerca. 
Ad ogni modo: o è un appello infondato messo in giro da un utente superficiale o un messaggio di spam. Oppure un tentativo ben congegnato di riportare alla ribalta la questione dei privilegi della Chiesa, facendo leva su rancori e convinzioni dell'utente medio di Facebook. Ma basandosi su mezze stronzate. Qualunque sia delle tre: non so voi, ma a me sinceramente non va di fare la parte del cretino. Mi è bastato Spider Truman.

RETTIFICA 26/11/11: ho modificato il link all'articolo de L'Espresso. Il precedente era errato. Scusate.

mercoledì 16 novembre 2011

Gentlemen, welcome to the world of reality


"All right, then. Before you leave here to resume that crude approximation of a human life you have heretofore called a life, I will undertake to inform you of certain truths. I will then offer an opinion as to how you might most profitably view and respond to those truths.
To experience commitment as the loss of options, a type of death, the death of childhood’s limitless possibility, of the flattery of choice without duress—this will happen, mark me. Childhood’s end. The first of many deaths. Hesitation is natural. Doubt is natural.
I wish to inform you that the accounting profession to which you aspire is, in fact, heroic. Please note that I have said “inform” and not “opine” or “allege” or “posit.” The truth is that what you soon go home to your carols and toddies and books and CPA examination preparation guides to stand on the cusp of is—heroism.
Exacting? Prosaic? Banausic to the point of drudgery? Sometimes. Often tedious? Perhaps. But brave? Worthy? Fitting, sweet? Romantic? Chivalric? Heroic?
Gentlemen—by which I mean, of course, latter adolescents who aspire to manhood gentlemen, here is a truth: Enduring tedium over real time in a confined space is what real courage is. Such endurance is, as it happens, the distillate of what is, today, in this world neither you nor I have made, heroism. Heroism.
By which I mean true heroism, not heroism as you might know it from films or the tales of childhood. You are now nearly at childhood’s end; you are ready for the truth’s weight, to bear it. The truth is that the heroism of your childhood entertainments was not true valor. It was theater. The grand gesture, the moment of choice, the mortal danger, the external foe, the climactic battle whose outcome resolves all—all designed to appear heroic, to excite and gratify an audience. An audience.
Gentlemen, welcome to the world of reality—there is no audience. No one to applaud, to admire. No one to see you. Do you understand? Here is the truth—actual heroism receives no ovation, entertains no one. No one queues up to see it. No one is interested.
True heroism is you, alone, in a designated work space. True heroism is minutes, hours, weeks, year upon year of the quiet, precise, judicious exercise of probity and care—with no one there to see or cheer. This is the world."
(The Pale King, David Foster Wallace)


Dieci schegge di genialità

Dieci performances artistiche, raccolte su Daily Wired. Arte di strada, di esistenza fisica temporanea ma che il video rende immortale. Ce n'è di materiale: dalla pura perizia tecnica di Edgar Muller, capace di disegnare stupendi scorci in 3D, agli insoliti e grotteschi "inflatable bag monsters" di Joshua Allen
Per passare poi alla tenace scelta di Irmela Mensah di non tollerare l'intolleranza nelle più banali occasioni quotidiane, che le fa meritare l'appellativo di Hate Destroyer. 
"Making the invisible visible", che è il motto alla base dell'efficace gioco scenografico di Mentalgassi, a sostegno di una campagna di Amnesty International (vale la pena di una visita il blog Streetartutopia, linkato dal canale youtube del video). C'è spazio per la provocatoria protesta contro il governo, a San Pietroburgo sul ponte Liteyniy dell'irreverente gruppo Voina. C'è l'attivismo politico d Robert Banksy, graffitaro inglese, sferzante critico della società contemporanea, del consumismo imperante, della guerra con la sua ipocrisia (meritano un'occhiata le sue opere sul muro israeliano, nella zona di Gerusalemme est). E molto altro. 

Graffito nei pressi del muro israeliano, Gerusalemme, check point di Betlemme
© Luca Giustozzi
Putroppo non riesco ad accedere al  nono video della pagina, bloccato per diritti di copyright, probabilmente del programma televisivo da cui era stato editato. Se qualcuno navigando riesce a trovarne una versione alternativa, faccia un fischio, anzi un tweet.


Fonte: http://daily.wired.it/

sabato 12 novembre 2011

Annarella vox populi

Siparietto a Palazzo Chigi. Annarella supera le transenne, osannata dalla folla e seguita dai giornalisti. Passatemi la scarsa qualità dei video del mio cellulare

"Stiamo chiudendo la pratica"

Rocco Buttiglione, Udc
Rocco Buttiglione, deputato dell'Udc, risponde così in mattinata riguardo le nostre richieste di chiarimenti. 
-Stiamo chiudendo la pratica-
-Cioè?
-Si stanno portando avanti le ultime consultazioni. Alle 18:00 si vota, poi ci saranno le dimissioni al Colle e in serata il conferimento a Monti, da parte del Presidente della Repubblica. Partiranno immediatamente le consultazioni e probabilmente martedì si voterà la fiducia al nuovo esecutivo. Subito dopo le nomine dei nuovi ministri.
-Ma gli altri nomi che sono usciti questi giorni? Dini? Alfano?-
-Manovre, solo manovre...-
-E avrebbe l'appoggio parlamentare un esecutivo guidato da Monti?-
-Avrebbe l'appoggio del Pd, dell'Udc...-
-E il Pdl?-
-Vede...se si rifiuteranno avranno la certezza nella prossima campagna elettorale di essere additati come i colpevoli del disastro..faccia lei..-
-Quindi un appoggio trasversale con parte del Pdl, Udc, Pd. E Idv e Lega all'opposizione?-
-Probabile...-

La deputata Binetti, intervistata dagli inviati di TgLa7 sulla durata di un probabile governo tecnico risponde (o meglio non risponde):
- Mi auguro che duri il tempo necessario per le riforme che servono-
Paola Binetti, Udc, e i giornalisti



AGGIORNAMENTO
Comunicato Presidenza del Consiglio

Nella segreteria della Presidenza del Consiglio un comunicato urgentissimo fissava per le 18:00 il Consiglio dei Ministri odierno. Ma comunque dopo il voto sul DDL di stabilità. Dato che il voto è stato fissato per quell'ora è chiaro che il Consiglio sia successivamente slittato.












AGGIORNAMENTO


Giornalisti in attesa davanti Palazzo Chigi
La sala stampa di Palazzo Chigi, vuota in mattinata
C'era grande attesa davanti Palazzo Chigi alle 14:00. Ci si attendeva l'uscita del Premier e del presunto prossimo Presidente Monti. Speranze deluse. I due escono da un'uscita secondaria intorno alle 16:00. Berlusconi va a seguire l'esito delle votazioni a Montecitorio. Poi Consiglio dei Ministri. Quindi sale al Colle verso le 20.30

venerdì 11 novembre 2011

Un tecnico, un tecnico per carità

Non è che ami gli sfottò alla classe politica. Ma di fronte a un servizio del genere per i prossimi mesi preferirei un "tecnico". Anche perchè ai parlamentari in questione per essere informati sarebbe bastato dare un' occhiata alle prime pagine dei giornali. O questo.

giovedì 10 novembre 2011

Dunque, una persona affetta da vanità di secondo grado...

David Foster Wallace
"- Dunque, una persona affetta da vanità di secondo grado è innanzitutto una persona vanitosa. Magari vanitosa per la sua intelligenza, e in tal caso pretende che la gente si accorga di quant’è intelligente. O per il suo aspetto, e allora pretende che la gente si accorga di quant’è attraente. Oppure, sempre per esempio, è vanitosa per il suo senso dell’umorismo, e allora pretende che la gente si accorga di quant’è divertente e arguta. O per il suo talento, e pretende che la gente si accorga di quant’è brava. E via di seguito. Lo sai, no, com’è una persona vanitosa.
- Certo.
- Una persona vanitosa si preoccupa che la gente non la percepisca come stupida, o ottusa, o brutta, eccetera eccetera.
- D’accordo.
- Bene, una persona affetta da vanità di secondo grado è una persona vanitosa che si preoccupa altresì di sembrare totalmente priva di vanità. Che ha il terrore che gli altri scoprano che è vanitosa. Una persona vanitosa di secondo grado è una persona che pur di risultare divertente e di buona compagnia è capace di star sveglia tutta la notte a imparare barzellette, ma che tuttavia non ammetterà mai di star sveglia tutta la notte a imparare barzellette. O che magari si sforzerà addirittura di dar l’impressione di non considerarsi affatto una persona divertente.
- …
- Lavandosi le mani in un bagno pubblico, una persona vanitosa di secondo grado non potrà resistere alla tentazione di guardarsi allo specchio e controllarsi da capo a piedi, ma lo farà fingendo di aggiustarsi una lente a contatto o di togliersi un peluzzo dall’occhio, in maniera che la gente la percepisca come il tipo di persona che usa lo specchio non per rimirarsi bensì e soltanto per faccende che nulla hanno a che fare con la vanità.
[David Foster Wallace - La scopa del sistema - p. 28]"

Original version

The Broom of the System
"Well, a second-order vain person is first of all a vain person. He’s vain about his intelligence, and wants people to think he’s smart. Or his appearance, and wants people to think he’s attractive. Or, say, his sense of humor, and wants people to think he’s amusing and witty. Or his talent, and wants people to think he’s talented. Et cetera. You know what a vain person is.”
“Right.”
“A vain person is concerned that people not perceive him as stupid, or dull, or ugly, et cetera et cetera.”
“Gotcha.”
“Now a second-order vain person is a vain person who’s also vain about appearing to have an utter lack of vanity. Who’s enormously afraid that other people will perceive him as vain. A second-order vain person will sit up late learning jokes in order to appear funny and charming, but will deny that he sits up late learning jokes. Or he’ll perhaps even try to give the impression that he doesn’t regard himself as funny at all.”
“. . . .”
“A second-order vain person will be washing his hands in a public restroom, and will be unable to resist the temptation to admire himself in the mirror, to scrutinize himself, but he’ll pretend he’s fixing a contact lens or getting something out of his eye while he does so, so that people won’t perceive him as the sort of person who admires himself in mirrors, but rather as the sort of person who uses mirrors only to attend to reasonable, un-vain buisness.”

[David Foster Wallace - The Broom of the System]

martedì 8 novembre 2011

In the name of God, mind your own business

Da oggi si naviga a vista, mare quanto mai incerto. Crolla, non crolla. Elezioni, governo tecnico. Questione di giorni, forse ore, dicono ai giornali.
Che si sia arrivati ad un punto morto mi sembra evidente, come pure che questo governo abbia una grossa parte di responsabilità in tutto questo. Che il Presidente debba lasciare, "fare un passo indietro" come amano dire in questi giorni, è palese. Darò per scontate certe considerazioni.
Il punto è un altro. NON deve lasciare perchè lo chiede il Financial Times (versione Sole 24 Ore). NON deve lasciare perchè i mercati godono e l'indice di Piazza Affari sale euforicamente appena Ferrara o Bechis annunciano le "imminenti" dimissioni. Se qualcosa cambia oggi, dovrà esserlo perchè i cittadini l'hanno chiesto e voluto. Altrimenti significa che accecati da anni di antiberlusconismo siamo pronti a svenderci al migliore offerente, "tutto purchè vada a casa".
Invece credo che sia importante ristabilire un senso delle proporzioni. Che un giornale anglosassone faccia titoli contro il Governo non è cosa nuova. L'Economist negli ultimi due anni è uscito in edicola diverse volte col Presidente in prima pagina. Come anche il Guardian. E' normale, fa parte del senso di superiorità britannico pontificare di altrui contesti. E' la democrazia, è il diritto di cronaca. Dovremmo avere noi il buon senso di prendere certi articoli per quello che sono, non brandirli religiosamente come una verità rivelata. Ce lo immaginiamo un inglese a stracciarsi le vesti per le dimissioni di David Cameron, mentre in mano sventola una copia del Sole 24 Ore? Inconcepibile, forse comico. In Italia no.
E' una situazione diversa, si dirà. Il Financial Times è un giornale istituzionale, di un certo spessore. Ricordo che FT è il portavoce di quel mondo dell'alta finanza, degli speculatori e dei banchieri, contro cui fino a ieri migliaia di persone sono scese in piazza. E' l'emblema di quell'ambiente.
E questo mi porta all'altro aspetto. Ma veramente possiamo dire "Ecco, i mercati condannano Berlusconi, se ne deve andare"? E' positivo che si adotti a giustificazione di dimissioni l'andamento del Mibtel? Che si resti appesi alle quotazioni di Borsa per sentirci confortati nella nostra opinione? Ma me ne frego. Io, cittadino, chiedo che lasci il timone. Non i mercati, non un giornale inglese. Non nascondiamoci dietro queste argomentazioni. Per una volta assumiamoci le nostre responsabilità a testa alta. 

domenica 6 novembre 2011

Bengasi e i fantasmi del passato


Qualche giorno fa il Daily-Mail ha titolato "Flying proudly birthplace Libyas revolution flag Al Qaeda". La bandiera di Al Qaeda è stata vista sventolare sul tetto del tribunale di Bengasi, la città simbolo della rivoluzione. Per ora non ho trovato molti altri riferimenti alla cosa su Internet. Alla Nato hanno risposto con cautela. E' difficile stabilire se si tratti di un rischio concreto o piuttosto sei sia il frutto di una bravata di un gruppo sparuto di militanti.






Riccardo Sessa, ambasciatore italiano alla Nato
Riguardo gli ultimi sviluppi in Siria: scordatevi un intervento Nato in stile Libia. L'ambasciatore italiano della Rappresentanza permanente al Consiglio Atlantico, Riccardo Sessa, ha confermato nel linguaggio diplomatico che la Nato non ha attualmente in programma incontri o discussioni riguardo una possibile operazione in Siria. Senza contare che, in mancanza una risoluzione delle Nazioni Unite, l'organizzazione ha le mani legate ed è altamente improbabile che il Consiglio di Sicurezza si pronunci sulla situazione. La Russia, rimasta scottata dalle ultime vicende in Libia, lascia intendere che porrà il veto su qualsiasi iniziativa. Va aggiunto che in Siria l'utilizzo delle forze aree e l'istituzione di una No-fly zone non avrebbe la stessa efficacia strategica. In Libia la flotta aerea era il punto di forza di Gheddafi sui ribelli. In Siria invece c'è un esercito ancora fedele ad Assad e sarebbe quindi necessario anche uno sbarco delle forze di terra. In termini economici, una manovra enormemente costosa, oltre che rischiosa. 
A questo punto dipende tutto dai cittadini siriani.

Navigando...

Creare una fonte di luce domestica con vecchie bottiglie di plastica. Si può: il video della BBC.

Su quanti schiavi del terzo mondo si basa il mio comodo stile di vita? Una divertente applicazione, ma molto utile per riflettere.

20 idee per il 2020, progetto sponsorizzato dalla Ericsson. Pieno di spunti, Hans Rosling uno dei migliori.

TED: ideas worth spreading. Organizzazione no-profit che due volte all'anno gestisce conferenze chiamando diversi ottimi relatori. Molte le presentazioni che valgono la pena di essere viste.

The world's most powerful people: la classifica Forbes del 2011. Tra i primi Obama, Putin, Hu Jintao, Angela Merkel, Bill Gates.

Il vescovo di Londra incontra i giovani di Occupy London che da settimane protestano davanti la Cattedrale di St.Paul, nella zona finanziaria della capitale inglese. Le foto e e l'articolo inviato al Financial Times "Time for us to challenge the idols of the high finance.


Tafazzismo di ritorno

Manifestazione del Pd, del 5 novembre a Piazza San Giovanni. Ecco l'aria che tira tra i sostenitori del partito all'arrivo di Renzi.
"Sei un populista, vai ad Arcore". 
"Sei come Berlusconi, tu devi stare dall'altra parte".
"Dì una parola di sinistra"
E questa è la chicca:
"Non é il momento, ora dobbiamo stare uniti".
Ma poi ti rassicuri, ti dici che magari i dirigenti hanno argomentazioni migliori, che le loro vedute sono di più ampio respiro, che sono aperti ad un confronto costruttivo.
Poi Bersani: "bisogna mettersi a disposizione. Non si può dar l'idea che un giovane per andare avanti deve scalciare, deve insultare"
E il trionfo di D'Alema "Non ho mai polemizzato con Renzi e non intendo farlo. Non ritengo sia questo grandissimo problema di cui discutere. È il sindaco di Firenze, il resto è un fenomeno mediatico creato da voi e non da Renzi" Lo stesso che comicamente ha sentenziato pochi giorni fa "Berlusconi resterà aggrappato al di là di ogni logica" (Corriere della Sera). Detto da lui...
Sono deluso, se questa è l'opposizione, c'è poco da sperare. Se l'unico messaggio che riescono a spolverare è uno stantio e anacronistico antiberlusconismo, non vedo un futuro roseo. Berlusconi è morto e sepolto da un pezzo, se ne sono resi conto anche i fedelissimi, ma niente...loro continuano soltanto a chiedere passi indietro. Di idee alternative non se ne parla. Possibile che proprio dentro il loro partito ci siano le premesse per una nuova retorica politica e per nuove proposte e loro brucino tutto così?  Da quanto non si sentiva dialogare come al "Big Bang" su idee e riforme? E' davvero nuovo ossigeno. Non dico che siano necessariamente giuste, ma che almeno si discuta su queste. 
No, "ora dobbiamo stare uniti". E allora continuate su questa strada, che è la migliore...per perdere le elezioni. Si candidino Bersani, la Bindi. Poi sarà semplicissimo per i nuovi candidati di destra accusarli di appartenere al passato, di essere il vecchio, di essere quello di cui il paese non ho bisogno. Questo Renzi l'ha capito, la tafazziana dirigenza del Pd no. 

Se qualcuno, che finalmente se ne frega di Berlusconi, volesse tornare a parlare di cose importanti ecco un assaggio degli incontri della Leopolda, il discorso di Alessandro Baricco. Ce ne sono molti altri sul canale di youtube. Riposto le 100 proposte per l'Italia del documento Wiki-Pd.

lunedì 31 ottobre 2011

Una boccata d'ossigeno

Pubblicate sul sito di Big Bang, la convention fiorentina conclusasi ieri, le 100 proposte annunciate dal Sindaco Renzi. Date un'occhiata a Wiki-Pd.

domenica 30 ottobre 2011

L'irreparabile fuga del tempo


"Disteso sul lettuccio, fuori dell’alone del lume a petrolio, mentre fantasticava sulla propria vita, Giovanni Drogo invece fu preso improvvisamente dal sonno. E intanto, proprio quella notte – oh, se l’avesse saputo, forse non avrebbe avuto voglia di dormire – proprio quella notte cominciava per lui l’irreparabile fuga del tempo. Fino allora egli era avanzato per la spensierata età della prima giovinezza, una strada che da bambini sembra infinita, dove gli anni scorrono lenti e con passo lieve, così che nessuno nota la loro partenza. Si cammina placidamente, guardandosi con curiosità attorno, non c’è proprio bisogno di affrettarsi, nessuno preme di dietro e nessuno ci aspetta, anche i compagni procedono senza pensieri, fermandosi spesso a scherzare. Dalle case, sulle porte, la gente grande saluta benigna, e fa cenno indicando l’orizzonte con sorrisi di intesa; così il cuore comincia a battere per eroici e teneri desideri, si assapora la vigilia delle cose meravigliose che si attendono più avanti; ancora non si vedono, no, ma è certo, assolutamente certo che un giorno ci arriveremo. Ancora molto? No, basta attraversare quel fiume laggiù in fondo, oltrepassare quelle verdi colline. O non si è per caso già arrivati? Non sono forse questi alberi, questi prati, questa bianca casa quello che cercavamo? Per qualche istante si ha l’impressione di sì e ci si vorrebbe fermare. Poi si sente dire che il meglio è più avanti e si riprende senza affanno la strada. Così si continua il cammino in una attesa fiduciosa e le giornate sono lunghe e tranquille, il sole risplende alto nel cielo e sembra non abbia mai voglia di calare al tramonto. Ma a un certo punto, quasi istintivamente, ci si volta indietro e si vede che un cancello è stato sprangato alle spalle nostre, chiudendo la via del ritorno. Allora si sente che qualche cosa è cambiato, il sole non sembra più immobile ma si sposta rapidamente, ahimè, non si fa tempo a fissarlo che già precipita verso il fiume dell’orizzonte, ci si accorge che le nubi non ristagnano più nei golfi azzurri del cielo ma fuggono accavallandosi l’una sull’altra, tanto è il loro affanno; si capisce che il tempo passa e che la strada un giorno dovrà pur finire. Chiudono a un certo punto alle nostre spalle un pesante cancello, lo rinserrano con velocità fulminea e non si fa tempo a tornare. Ma Giovanni Drogo in quel momento dormiva ignaro e sorrideva nel sonno come fanno i bambini. Passeranno dei giorni prima che Drogo capisca ciò che è successo. Sarà allora come un risveglio. Si guarderà attorno incredulo; poi sentirà un trepestio di passi sopraggiungenti alle spalle, vedrà la gente, risvegliatasi prima di lui, che corre affannosa e lo sorpassa per arrivare in anticipo. Sentirà il battito del tempo scandire avidamente la vita. Non più alle finestre si affacceranno ridenti figure, ma volti immobili e indifferenti. E se lui domanderà quanta strada rimane, loro faranno sì ancora cenno all’orizzonte, ma senza alcuna bontà e letizia. Intanto i compagni si perderanno di vista, qualcuno rimane indietro sfinito, un altro è fuggito innanzi, oramai non è più che un minuscolo punto all’orizzonte. Dietro quel fiume – dirà la gente – ancora dieci chilometri e sarai arrivato. Invece non è mai finita, le giornate si fanno sempre più brevi, i compagni di viaggio più radi, alle finestre stanno apatiche figure pallide che scuotono il capo. Fino a che Drogo rimarrà completamente solo e all’orizzonte ecco la striscia di uno smisurato mare immobile, colore di piombo. Oramai sarà stanco, le case lungo la via avranno quasi tutte le finestre chiuse e le rare persone visibili gli risponderanno con un gesto sconsolato: il buono era indietro, molto indietro e lui ci è passato davanti senza sapere. Oh, è troppo tardi ormai per ritornare, dietro a lui si amplia il rombo della moltitudine che lo segue, sospinta dalla stessa illusione, ma ancora invisibile sulla bianca strada deserta. Giovanni Drogo adesso dorme nell’interno della terza ridotta. Egli sogna e sorride. Per le ultime volte vengono a lui nella notte le dolci immagini di un mondo completamente felice. Guai se potesse vedere se stesso, come sarà un giorno, là dove la strada finisce, fermo sulla riva del mare di piombo, sotto un cielo grigio e uniforme, e intorno né una casa né un uomo né un albero, neanche un filo d’erba, tutto così da immemorabile tempo." ("Il deserto dei Tartari", Dino Buzzati)

martedì 25 ottobre 2011

Chi festeggerà il 17 Marzo?


Ripropongo su questo nuovo blog un articolo che ho scritto lo scorso Marzo in occasione delle celebrazioni per l'anniversario dell'unità d'Italia

Chi festeggerà il 17 Marzo?

“Questa improvvisa e momentanea fierezza di essere italiani”. E’ stata l’accusa provocatoria di un amico a svegliarmi dal torpore e a rimettere tutto in discussione. Liquidarla come una banalità non era possibile, non si trattava di un’affermazione poi tanto lontana dalla verità. E’ vero, siamo italiani solo nelle azzurre notti di Berlino o quando L’Aquila chiama. Bravissimi a discutere della proprietà della Gioconda e sempre pronti a infervorarci per le futili provocazioni di Bossi. Uno stupendo orgoglio italiano. A spizzico. A chi vogliamo darla a bere? Non siamo un popolo patriottico, non ci riconosciamo in questo Paese, non crediamo nel suo presente, tantomeno nel suo futuro. Chi festeggerà il 17 Marzo?
Le cause di questa triste situazione sono diverse. Aspetto imprescindibile per qualsiasi riflessione è la condizione di Paese giovane, con una breve memoria storica e a stento consapevole della propria condizione. Centocinquant’anni sono relativamente pochi, al confronto con la Francia, l’Inghilterra, la Spagna. Se si considera inoltre che solo dopo il boom economico la nostra nazione si è potuta sedere a testa alta al tavolo dei Grandi, l’Italia a questo punto appare una neonata. E’ stata necessaria la Resistenza per unire gli Italiani: attraverso le durezze della clandestinità, mettendo in gioco le loro vite per un ideale comune, per un domani libero e migliore per il proprio Paese, i giovani partigiani si sono sentiti davvero uniti sotto una bandiera comune. Tutto questo, però, accadeva solo mezzo secolo fa.
Il contesto internazionale non contribuisce al raggiungimento di una coesione interna. Le spinte secessioniste che soffiano in Europa, complici il tempo di ristrettezze economiche, gli stravolgimenti globali e i flussi migratori, trovano terreno fertile nel campanilismo della Penisola. Mai come oggi i localismi italici sono tanto forti e assordanti.
 Si tratta di una pessima combinazione di fattori, cui va purtroppo ad aggiungersi una tipica cifra nostrana. La tendenza all’autocommiserazione, il piangersi addosso dell’Italietta, che tanto ama essere derisa e suscitare la compassione altrui. E’ un atteggiamento rassicurante, che evita il confronto con le grandi sfide del terzo millennio.
 Essere patriottici non è cool. E’ più pratico recitare il mantra della sfiducia e sbeffeggiare ironicamente il Paese. Atteggiamento frutto di un anticonformismo da discount, del voler essere necessariamente contro. Uno stile che può anche risultare originale e creativo, ma divenuto fine a se stesso, non può che suonare velleitario e sterile.
 In fondo la grande Italia ha paura di sentirsi tale. E’ un timore viscerale, istintivo e inconsapevole verso l’attaccamento alla bandiera. Memore del proprio passato, il popolo italiano non ha dimenticato l’ultima volta in cui si è infiammato per la sua grandezza, e la conclusione di quel periodo a Piazzale Loreto. Una tale ferita non si è ancora rimarginata. Chi espone il tricolore, difficilmente riesce a evitare la silenziosa condanna sommaria di fascista.
 Tuttavia festeggiare l’Italia non significa esaltarla perché migliore di altri, né può ridursi a un tronfio patriottismo pallonaro. Significa molto di più: ricordare la grandiosa e simbolica impresa che è stata la lotta per l’unità, celebrare il nostro storico millenario passato, ma soprattutto riconoscere la Nazione come la culla della nostra identità, come protettrice della nostra cultura, come portavoce dei nostri valori in Europa e nel Mondo.
Siamo stati capaci di grandi cose. Quanto dista il giro di boa per ricominciare ad esserlo?

Work in progress

La bozza del Dl sviluppo

Una risata ci seppellirà?

Il Presidente del Consiglio non è credibile. Assodato.
Siamo in una situazione pessima, come paese. Indiscutibile.
Se l'Italia cade, l'Europa ne risentirà pesantemente e quindi le pressioni straniere sono fondate. Anche questo è incontrovertibile.

Ma da qui, ad essere presi in giro ce ne passa: non è questione di essere berlusconiani o meno, per una volta la distinzione tra Italia e Governo va fatta. E invece il ragionamento sotterraneo, che ho sentito in questi giorni è che in fondo Sarkozy e la Merkel hanno ragione a ridere della situazione. Che sotto sotto ce lo meritiamo. Balle. 

Come se la situazione francese fosse tanto più rosea della nostra. Siamo tutti in ballo oggi in Europa, un po' più di serietà e diplomazia sarebbe auspicabile. La marcia indietro di Berlino è una decisione apprezzata.



Stavolta sono più condivisibili le dichiarazioni del Presidente, che altre esternazioni giornalistiche. 

sabato 22 ottobre 2011

Via dall'Iraq, sul serio






The White House, Washington
Good evening,
I'm writing to tell you that all US troops will return home from Iraq by the end of December. After nearly nine years, the American war in Iraq will end. Our servicemen and women will be with their families for the holidays.
The war in Iraq came with tremendous cost. More than a million Americans served in Iraq, and nearly 4,500 gave their lives in service to the rest of us. Today, as always, we honor these patriots.
When I came into office, I pledged to bring the war in Iraq to a responsible end. As Commander in Chief, I ended our combat mission last year and pledged to keep our commitment to remove all our troops by the end of 2011. To date, we’ve removed more than 100,000 troops from Iraq.
This is a significant moment in our history. For more information, including video, please visit WhiteHouse.gov/BringingTroopsHome.

The end of the war in Iraq reflects a larger trend. The wars of the past decade are drawing to a close.
As we have removed troops from Iraq, we have refocused our fight against al Qaeda and secured major victories in taking out its leadership–including Osama bin Laden. And we’ve begun a transition in Afghanistan.
On the first day of my Administration, roughly 180,000 troops were deployed in Iraq and Afghanistan. By the end of this year that number will be cut in half, and we’ll continue to draw it down.
As we welcome home our newest veterans, we’ll enlist their talents in meeting our greatest challenges as a nation—restoring our economic strength at home. Because after a decade of war, the nation that we need to build is our own.
Today the United States moves forward, from a position of strength. 
Thank you,
President Barack Obama




The White House • 1600 Pennsylvania Ave NW • Washington, DC 20500 •             202-456-1111       
L'annuncio del Presidente,  riportato sul sito della Casa Bianca. 

ShareThis