martedì 16 ottobre 2012

"Dove cazzo eravate negli ultimi 10 anni?"


Credo che non ci metterà molto a diventare virale, l'ultimo articolo a firma di Paolo Villaggio. Si parla di vecchi, della generazione che ha ricostruito l'Italia, dei tempi andati e delle mezze stagioni, e dei giovani smidollati di oggi, che non sono in grado di badare a se stessi.
E giù coi luoghi comuni.  Di carne al fuoco ce n'è.
"Una domanda: quando siete subentrati voi che incolpate gli "altri" in generale, che vi lamentate sempre in un italiano perfetto, che organizzate tutti i sabati cortei simili al triste carnevale di Rio, dove cazzo eravate negli ultimi 10 anni! Voi dite: "Adesso è più difficile, è molto più difficile!"
Per ora trovate la versione integrale qui.
Sono l'unico a ritenere questo discorso di una superficialità deprimente? Lo spot del vecchietto a tavola coi nipoti la domenica. "Eh, ai miei tempi. Questi giovani d'oggi..." Non ha molto senso comparare due periodi, due contesti, due generazioni completamente differenti. Riconosco il merito immenso di quella generazione che sulla propria pelle ha vissuto insieme la guerra e la fatica della ricostruzione, che ha gettato le basi del paese che siamo. Però queste sparate da vecchio incarognito, da quanto si stava meglio quando si stava peggio e come eravamo bravi noi, sono qualunquiste e sterili. Buone per un comico, al più. E lo dico con tutto il rispetto che nutro per Villaggio. Noi ventenni siamo nel pieno di una crisi i cui precedenti storici anche l'idolotrata generazione anni 30-40 è troppo giovane per ricordare. La assoluta assenza di prospettive è incomparabile con le praterie offerte dalla ricostruzione postbellica. Allora davvero bastava rimboccarsi le maniche per trovarsi un lavoro, costruirsi una casa, un futuro.

venerdì 1 giugno 2012

Perchè festeggio il 2 Giugno

-Firmi? 
-IO FIRMO. 
-Cosa? 
-Firma, firma, non preoccuparti. Contro questi politici corrotti. Lontano dalla gente. Fanno la parata militare il 2 Giugno. Un vero schifo..come al solito. Perchè non danno i soldi ai terremotati?-

Eh, già...perchè..vallo a spiegare che non è tutto così automatico. Che non è che se annulli una parata 4-5 giorni prima magicamente risparmi tutto. 

"Gentile Presidente Napolitano,

confidiamo che in un momento così tragico per il paese tutto, si adoperi per annullare la parata militare del 2 giugno e si destinino i soldi (circa tre milioni di euro) alle vittime del terremoto del’Emilia e per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma."

Questo è l'appello che è stato caricato su Violapost. A giudicare dal tamtam su Facebook ha fatto presa. E parecchio. Entusiasmo subito fagocitato da Di Pietro, mentre c'è già chi osanna Forlani, perchè dopo il terremoto del Friuli, lui, la parata, la annullò davvero.

giovedì 24 maggio 2012

I professionisti della crisi

Posto un articolo del Corriere della Sera di domenica 20/5. La penna è di Federico Fubini. Un pezzo molto originale sull'ultra-ego di guru economisti, da Krugman a Roubini. che più che fornire lucide interpretazioni si abbandonano al ruolo di profeti di sventure dalle sentenze caustiche e lapidarie.
Rende di più, mediaticamente ed economicamente parlando.
Fai una previsione azzardata, fuori dal coro, ci prendi, sei un personaggio. Poi non puoi più farne a meno: scatta la spirale al rialzo dei toni ed è impossibile sottrarsi. Basta leggere gli editoriali di Krugman sul New York Times.

I professionisti della crisi
All’inizio fu Nouriel Roubini poi venne Paul Krugman.  Così è nato il guru estremista
di Federico Fubini
.Il momento è arrivato un pomeriggio a Villa d’Este, mentre ascoltavo una conferenza stampa di Nouriel Roubini. Roubini lo conosciamo tutti. È l’economista che nel 2006 ebbe il coraggio di salire su un palco all’assemblea del Fondo monetario internazionale e dire che gli Stati Uniti sarebbero finiti come un Paese sudamericano.

domenica 6 maggio 2012

La mano sulla coscia


«No, Dors. Libera di pensare che sia stata una cosa perfettamente naturale, ma tu non hai vissuto quella esperienza. La poveretta era in uno stato di forte eccitazione sessuale. Partecipava con tutti i sensi... si è annusata le dita, le ha leccate. Se avesse potuto sentir crescere i capelli, avrebbe ascoltato avidamente.»
«Ma mi riferisco proprio a questo dicendo "naturale". Qualsiasi cosa proibita attira sessualmente. Ti interesserebbe particolarmente il seno femminile se vivessi in una società in cui il seno femminile fosse esposto in continuazione?»

venerdì 13 aprile 2012

Come al crepuscolo di una domenica d’inverno


" Diciamo che in campo economico e sociale siamo in una specie di transizione tra l’età della democrazia industriale e la fase successiva, dove la democrazia industriale si occupava di produzione, l’economia dipendeva dall’aumento costante della produzione e la grande tensione democratica era tra i bisogni dell’industria di politiche che favorissero la produzione e i bisogni del cittadino di beneficiare della produzione e al tempo stesso di vedere i suoi diritti e interessi fondamentali protetti dall’enfasi sempliciotta dell’industria sulla produzione e i profitti.

- Non ho capito bene cosa c’entra la metafisica, Nichols.

mercoledì 11 aprile 2012

"Quanto paghereste per l'Universo?"

"A che serve l'esplorazione spaziale? A che pro spendere miliardi per finanziare i programmi NASA? Non possiamo permettercelo."

Così abbiamo smesso di sognare, di pianificare il nostro domani. Sì, perchè andare sulla Luna, su Marte, esplorare l'universo non era l'inutile sfida di un gruppo di ingegneri invasati. Era il sogno di un'epoca, il propulsore per nuove sfide e l'ispirazione per le future generazioni.
E lo stiamo perdendo.
Serviva l'invito accorato di un astrofisico come Neil deGrasse Tyson per scuotere l'appiattimento economico del nostro tempo.



A chi vi dice che lo spazio è roba da niente, a chi demagogicamente vi risponde che c'è la fame nel mondo e la gente non arriva a fine mese, che c'è ben altro. Fategli vedere questo video.

sabato 24 marzo 2012

Questioni irrisolte per la Cina che verrà

Gli equilibri geopolitici si spostano a Oriente, lontano dall'Atlantico, a migliaia di chilometri da un' Europa stanca e sfibrata dal debito, priva di una leadership, di una prospettiva coerente per il futuro, sorda agli ideali che l'avevano creata. E' il momento del Pacifico e dell'Estremo Oriente: il ritorno dell'Impero di Mezzo.
Quantomeno questo è lo scenario che si configura se a Bruxelles non avviene un cambio forte. Ma questo meriterebbe un altro post.

giovedì 16 febbraio 2012

Twitter e la sindrome Sanremo

Se questo fosse un post di critica su Sanremo forse riceverebbe molto più seguito. Se fosse l'ennesimo pezzo sull'avanzata demenza senile di Celentano, sulle "splendide" doti recitative di Pupo o sulla farfalla di Belen, magari saremmo tutti qua a concordare. Se questo è ciò che interessa se n'è già detto abbastanza, uno su tutti Francesco Merlo su Repubblica, incarognito come al solito, ma esaustivo. No, non è questo il punto.
C'è che twitter degenera.

mercoledì 1 febbraio 2012

Si stava meglio quando si stava peggio

O forse no?
In un brillante articolo scritto sulla rivista Prospect col titolo "If I ruled the world" Steven Pinker, docente di psicologia di Harvard, affronta la tradizionale nostalgia per i bei tempi andati. E spiega perchè, statistiche alla mano, non abbia assolutamente senso.
Un buon pezzo, dedicato a tutti quei puristi della lingua in guerra contro tweet e sms, ai luddisti di ritorno, ai fatalisti del "Ma dove andremo a finire?".
La traduzione dell'articolo in italiano non è ancora in rete, per ora la trovate sull'Internazionale di  questa settimana.
"A prescindere dalle cause del nostro comportamento, muovere accuse infondate al presente è una debolezza che forse non sarà mai messa al bando, ma dovrebbe essere contrastata. Anche se di solito viene ostentata come segno di raffinatezza, può offrire un pretesto per avere la meglio e una scusa per la misantropia, soprattutto nei confronti dei giovani." (Steven Pinker).
Thomas Hobbes spiegava efficacemente la ragione di questo innato desiderio di critica del presente  e di ammirazione per il passato
"La competizione per la lode inclina a una riverenza per l'antichità poichè gli uomini contendono con i vivi non con i morti".






Per chi volesse approfondire il personaggio:
-Il suo discorso tenuto alla TED conference del 2003 sulla  questione: personalità innata o influenzata dal contesto sociale. 
- Massimo Gaggi sul Corriere della Sera scrive riguardo  il saggio "The Better Angels of Our Nature: Why Violence Has Declined"
- Estratti del libro "Fatti di parole. La natura umana svelata dal linguaggio"
- "My genome, my self", articolo scritto per il NYT.


venerdì 27 gennaio 2012

Parassitalia

Non è una cosa da poco.
Non è normale.
Non c'è ben altro.

No. Semplicemente.
Perchè alle volte non servono Wall Street, Davos, Goldman Sachs, la speculazione finanziaria. Basta l'ufficio sotto casa.

Guardatevi questo video dalla trasmissione "Le Iene" di ieri sera.



giovedì 26 gennaio 2012

Aggiornamento

Ho modificato e aggiunto nuove voci alla sezione Repubblicantiere. Work in progress.

Il giorno splende in un istante

"Ma volete finire con le vostre storie di tempo? 
È grottesco! Quando! Quando! 
Un giorno, non vi basta, un giorno come tutti gli altri, è diventato muto, un giorno io sono diventato cieco, un giorno diventeremo sordi, un giorno siamo nati, un giorno moriremo, lo stesso giorno, lo stesso istante, non vi basta?
Partoriscono a cavallo di una tomba, il giorno splende in un istante, ed è subito notte." (1.40.20)

[...]
Avanti! Ho forse dormito mentre gli altri soffrivano?
Sto forse dormendo in questo momento? Domani, quando mi sembrerà di svegliarmi, che dirò di questa giornata? Che col mio amico Estragone, in questo luogo, fino al cader della notte, ho aspettato Godot? Che Pozzo è passato col suo facchino e che ci ha parlato? Certamente. Ma in tutto questo quanto ci sarà di vero? Lui non saprà niente.[...] A cavallo di una tomba e una nascita difficile. Dal fondo della fossa, il becchino maneggia pensosamente i suoi ferri. Abbiamo il tempo d'invecchiare. L'aria risuona delle nostre grida. Ma l'abitudine è una grande sordina. Anche per me c'è un altro che mi sta a guardare, pensando. Dorme, non sa niente, lasciamolo dormire. Non posso piú andare avanti. Che cosa ho detto?
(1.43.10)
[...]
"Ah, sí, la notte. Ma insomma, cercate di stare un po' piú attenti, altrimenti non combineremo mai niente.  Guardate. Ti dico di guardare il cielo, porco! Bene, basta cosí. Che cos'ha di tanto straordinario? Come cielo, voglio dire? È pallido e luminoso come qualsiasi altro cielo a quest'ora del giorno. A queste latitudini. (Pausa). Quando fa bello. Un'ora fa circa dopo averci inondato fin dalle diciamo, dalle dieci del mattino  senza requie, di torrenti di luce rossa e bianca, ha cominciato a perdere il suo splendore, a impallidire, a impallidire, pian piano, adagio adagio, fintantoché...bum! finito! non simuove piú! Ma... (alza una mano ammonitrice) ... ma, dietro quel velo di dolcezza e di calma la notte galoppa e si getterà su di noi (fa schioccare le dita) pfttt! cosí...proprio nel momento in cui meno ce l'aspettiamo. Ecco come vanno le cose su questa porca terra." (37:30)

"Aspettando Godot", Samuel Beckett
Il testo qui.

martedì 24 gennaio 2012

State of the Union 2012

Stanotte il Presidente degli Stati Uniti terrà come ogni anno l'ufficiale discorso sullo "State of the Union" davanti al Congresso. Il sito della Casa Bianca offre la possibilità di seguire la diretta, standard o con l'ausilio di grafici e contenuti multimediali. Ecco il link.
Intanto nella corsa delle primarie repubblicane si parla di Gingrich momentum. L'ex speaker della Camera ha  superato Romney in South Carolina, rimettendo tutto in gioco.  E per il Grand Old Party si è aperto il dilemma. Ne parla Federico Rampini su "La Repubblica"
Qui le tappe e il calendario completo delle primarie, stato per stato. E qui i temi caldi sul tavolo.

Godetevi la chicca finale. Un insolito debutto all'Apollo Theatre ad Harlem.


AGGIORNAMENTO 25/01/12:

Qui trovate la versione integrata del discorso del presidente. Qui la trascrizione.

"An America built to last", il tema ricorrente del President's speech, è il titolo del documento pubblicato dallo staff della Casa Bianca, che riporta per esteso tutto il contenuto aggiunto come supporto al video.
Buona visione.



Mancava solo la casta dei fannulloni

Tralasciando l'ironia è demotivante sentire il coro di polemiche di fronte alle dichiarazioni del vice-ministro Michel Martone. Affermazioni che non superano nemmeno la soglia dell'ovvio. «Dobbiamo iniziare a dare nuovi messaggi culturali: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto professionale sei bravo e che essere secchioni è bello, perché vuol dire che almeno hai fatto qualcosa».
Ancora mi domando cosa ci sia di anomalo. Sarà lo stile, avrebbe potuto dire che chi si laurea a 28 anni è uno "non troppo bravino", un "diversamente studioso", e giù con la sagra del politically correct. Tuttavia non può essere una questione di stile ad aver generato la levata di scudi del mondo accademico. L'Unione degli studenti infuriata ostenta già la propria indignazione "Constatiamo di essere di fronte alla classica dichiarazione di una persona che non ha un minimo attaccamento con la realtà di cui parla, né tantomeno un briciolo di rispetto per gli studenti e le famiglie che ancora oggi, nonostante le mille difficoltà economiche e un'organizzazione della didattica spesso incoerente, cercano di proseguire nel percorso ad ostacoli della laurea: ostacoli di ordine economico e sociale". Mancherebbe solo la chiusa retorica sui cassintegrati e...ah no c'è anche quella. " "lo vada a spiegare ai figli dei cassintegrati che nonostante tutte le difficoltà continuano a frequentare l'università, magari costretti ad un lavoro in nero".
Da dentro Montecitorio c'è chi si accoda, come Antonio Borghesi dell'IDV. E anche chi è fuori ma sbraccia in tutti in modi per rientrare: Paolo Ferrero su Twitter tuona "Martone, sfigato sarà lei!" (aggiungerei " pappappero"). Proprio sul social network la discussione impazza sulla scia dei due hashtag #Martone e #Sfigato. E i commenti sono tutt'altro che benevoli.
Martone in serata ha corretto il tiro, come se ce ne fosse davvero bisogno: ha specificato di riferirsi a chi, pur avendo tutti i mezzi, preferisce laurearsi comodamente in otto anni. Era necessario? A me era sembrata già una specifica sottintesa. Era palese che non parlasse di studenti lavoratori.
C'è da dire che l'uomo non è nuovo a questo genere di aspre uscite. Sentite la vivace discussione a "Le Invasioni Barbariche", dove aveva già reso noto il proprio duro punto di vista sulla competitività del paese e sulla questione dei giovani. Ma sentendo le repliche degli altri ospiti come non dargli ragione. ("Sei un malato, non sei mica normale","Ma quando te la godi" "Quelli come te..")
Continuo a non vedere il punto della questione. Il viceministro ha ragione senza se e senza ma. Chi si rimbocca le maniche trova sempre una strada. Chi non lo fa trova sempre una scusa.


Per chi volesse andare oltre la brillante questione "Sfigati sì, sfigati no" riporto lo studio della Fondazione Agnelli sui nuovi laureati e sugli effetti della riforma del 3+2. (Fonte: http://www.linkiesta.it)
Nuovi laureati. Lo studio della Fondazione Giovanni Agnelli

venerdì 20 gennaio 2012

Benvenuti nel 2012: le guerre si fanno su Internet

Stanotte la rete era impazzita. Anonymous ha lanciato la rappresaglia, dopo la chiusura di Megaupload ad opera dell'FBI. (maggiori dettagli li trovate qui). Sono andati down diversi siti: dal Dipartimento di Giustizia, all'Universal Music, al sito dell'FBI stessa. Si è trattato di un attacco in DDos che ha sovraccaricato i server dei siti in questione, una schema piuttosto semplice ma di effetto scenografico notevole. 
In questo link trovate lo statement postato dal gruppo di hackers, un resoconto che vale una lettura. Anche Gizmodo ha seguito la vicenda.
C'è già chi dice che non si è trattato di un'operazione a caso. Colpire Megaupload, un sito che ospitava anche materiale protetto da copyright, come attacco esemplare per legittimare l'avanzata dei decreti SOPA e PIPA al Congresso USA. 2 bills su cui si sta discutendo in questi in giorni, pensati per abbattere la pirateria informatica e proteggere il diritto di copyright, ma formulati in una maniera grossolana: rendendo perseguibile chi pubblica link a siti sospetti o semplicemente indica un percorso per accedervi, anche al di fuori del territorio statunitense, rischia di essere una misura piuttosto inefficace per combattere davvero la pirateria. Al contrario un meccanismo per perfetto per domare la rete e minare alla radice quella base di fiducia che il supporto della rete stessa.
Ecco il motivo per il quale si è rapidamente mobilitata la rete. Credo in molti abbiano notato la vistosa protesta di Wikipedia della scorsa settimana, seguita anche da siti come Wired. Per chi volesse approfondire  Paolo Attivissimo offre una chiave di lettura interessante qui. E Webdesigner spiega "How Sopa and Pipa can affect you"
Per quanto riguarda Megaupload/Megavideo c'è il pericolo però di prendere un colossale abbaglio. Difendere il sito in nome della libertà di espressione potrebbe avere un effetto controproducente: renderebbe facile delegittimare la protesta contro i due decreti, liquidando il tutto come un movimento a sostegno della pirateria informatica. Lo spiega sempre Paolo Attivissimo, sul Disinformatico.

Fonti: il titolo è un'idea di Enrico Savi - profilo twitter enricosavi

giovedì 19 gennaio 2012

Legge della Concordia 2°parte

2°postulato - Il vizio più forte degli italiani è il bisogno di trovare un vizio italiano in qualsiasi avvenimento, perdendo di vista un necessario contesto. 

(La stessa affermazione del postulato ne è un' involontaria manifestazione. Il che la rende un paradosso) Prometto che è l'ultimo post che scrivo sulla questione "Disastro del Giglio". Sono arrivato alla saturazione. Non prima però di mostrare un superbo esempio di "Giornalista incarognito". Non se la prenda Francesco Merlo, ma la sua "Fotografia" scritta per Repubblica lascia spazio a poche interpretazioni alternative.
Sono l'unico che percepisce divertente e goffo l'accostamento di un evento di cronaca ad una presunta matrice italica di sottomissione al capo? Avvicinare Schettino, Verga, Dante, Fascismo e Dux in soli 3.32 non è da tutti. Chapeau. Se poi si riesce ad infilare anche un excursus di linguistica. Magistrale, non c'è che dire.
"Schettino il carattere italiano" "Un paese che ha il bisogno di inveire, di maltrattarlo". Il che sarebbe come fare un triplo salto carpiato di retorica e dire che Strauss Kahn è il tipico carattere francese, ingordo e presuntuoso e che in fondo tutti i transalpini sono un po' Dsk.
Dispiace se il giornalista sia rimasto scioccato nell'apprendere che un ufficiale di marina possa "tuonare degli ordini" e che no, non si supplica un comandante che abbandona la nave dicendogli "Non ti ricordi cosa ci hanno insegnato i nostri maestri?". E' senza dubbio interessante l'interpretazione del "Vada a bordo cazzo": imprecazione frutto di un momento di agitazione? Ma no, è evidentemente un segno del degrado italico.
Un capitano incompetente? La chiara metafora dell'Italia priva di leadership. Una nave che affonda: è il Paese che va alla deriva. Sullo stesso sforzo allegorico prosegue oggi Severgnini sul Financial Times ("The quest for bella figura")



Mi sembra che in questa foga di parallelismi storici, interpretazioni folkloristiche, metafore improvvisate buone più per il bar sotto casa che per dei quotidiani, si stia perdendo di vista l'evento in sè, che resta, lo ribadisco, un mero fatto di cronaca. La storia di un incidente evitabile, lo scontro di una nave e l'irresponsabilità del suo capitano. Ma nulla di più.
Forse è questo il vero vizio nostrano, credere che tutto succeda "solo in Italia". "E' uno strano paese il nostro" direbbe Merlo. Senz'altro d'accordo.

Legge della Concordia

1°postulato: ogni flusso d'opinioni di proporzioni evidenti e sufficienti a certificarlo come posizione comune, genera un spinta contraria di asserzioni opposte, che fondano la loro implicita autorevolezza non sulla validità del contenuto, ma sul semplice status di idee alternative.


Chiamateli radical, chiamateli alternativi. A volte, semplicemente troll. Giornalisti in cerca dell'articolo bomba, twitteri ansiosi di essere sulla cresta dell'onda, utenti che mal sopportano di "omologarsi". In sè non è qualcosa di biasimabile, anzi proprio l'esistenza di posizioni contrapposte è il succo della dialettica. Serve un' antitesi anche per l'affermazione più autoevidente se si vuole raggiungere una nuova sintesi. "It's the democracy, stupid" mi si dirà, il pluralismo sale della democrazia. Ma essere consapevoli del fenomeno può aiutare a discernere e a non osannare l'alternativo di turno, solo per il semplice fatto di essere tale. Il rischio è di avallare un movimento di contro-opinione sterile, ripetitivo e vacuo, esattamente come il flusso mainstream che si vuole condannare. 
Scendo nel caso specifico. 
Il capitano Schettino diventa la preda della comunità internauta nel giro di un paio di giorni. E dalli al vigliacco, al pauroso, all'irresponsabile. Si genera un' ondata di indignazione così subitanea e travolgente, da affogare  chiunque faccia login a Fb e dia una scrollata alla bacheca. Succede, spesso, nei Social Networks. Una valanga di commenti, di gruppi improvvisati, di tweet e hashtag talmente nauseante, da creare un irrefrenabile desiderio di andare contro. Perdendo però di vista il fatto che è una posizione quanto meno ovvia: non si può sostenere che "Ehhh, vorrei vedere te al suo posto...la paura fa brutti scherzi...siamo tutti in fondo un po' Schettino...facile dire da casa che è un vigliacco". No.
Lo stesso discorso vale per De Falco. Dopo il pavido serve l'eroe. Qualsiasi nucleo sociale si ciba di determinati topos. Se l'onta generata da tanta vigliaccheria era forte, era normale aspettarsi che avremmo accolto la prima figura positiva che si fosse presentata. Vuoi per l'indignazione del momento, vuoi per il disorientamento e la necessità di punti fermi, la registrazione della conversazione non poteva che fare presa. E forse si è esagerato ad acclamare eroe questo bravo funzionario della Capitaneria di Porto di Livorno. Ma ha senso domandarsi come fanno Gramellini su La Stampa o Merlo su Repubblica se Schettino avrebbe fatto lo stesso, fosse stato al posto del capitano? Ha senso disquisire sul grado di eroismo o su chi dei soggetti coinvolti (batterista, commissario di bordo, etc) meriti o meno la medaglia? No. Sono esercizi di stile che lasciano il tempo che trovano. Dubbi che i cronisti americani non si sono minimamente posti riguardo "Sully", il pilota dell'Hudson. Eppure, si poteva applicare lo stesso malevolo ragionamento: ammarando l'aereo tra le due rive del fiume newyorkese Sullenberger non aveva fatto nulla di più del suo dovere di pilota. L'aveva fatto bene, ma cosa c'era di eroico?
Invece pensateci. Al Giglio c'era un colosso del mare sprofondato davanti alla costa in piena notte, 4000 persone in preda al panico, la macchina dei soccorsi completamente allo sbando. Arrivavano già le note d'agenzia sui primi morti. In una situazione tutt'altro che semplice De Falco ha svolto il suo compito con eccellente professionalità, portando avanti il suo dovere fino in fondo e mostrando un piglio e una forza di carattere notevole (se ci si attiene a quanto finora è emerso dalla cronaca). C'è un pizzico di eroismo in questo, quell'eroismo che il nostro mondo disilluso può ancora permettere. L'eroismo della quotidianità. Quello che a maggior ragione dovremmo esaltare ora che abbiamo disperato bisogno di modelli di riferimento. Volete eroi senza macchia? Cercateli al cinema. Non nel mondo reale. Per rispondere a Gramellini: sì, chiunque faccia "semplicemente" il proprio dovere è un eroe. Io resto dell'opinione di Wallace:
"Il vero eroismo siete voi, soli, nello spazio di lavoro che vi hanno assegnato. Il vero eroismo sono i minuti, le ore, le settimane, gli anni e anni di esercizio di probità e attenzione silenzioso, meticoloso coscienzioso, senza nessuno che veda o acclami. Questo è il mondo. Soltanto voi e il lavoro, alla vostra scrivania"

"Sventurato il paese che non desidera eroi" mi verrebbe da dire. E non me ne voglia Brecht.

venerdì 6 gennaio 2012

"So anybody can marry several people?”

Perchè credo che in fatto di retorica gli americani siano terribilmente indietro.
Perchè credo che il fenomeno Santorum sia solo una meteora nel cielo delle primarie repubblicane.
Perchè credo che l'Iowa fosse solo l'inizio e che già in New Hampshire si scrive un'altra pagina.
Perchè l'America è sempre l'America. A tutti una chance ma poi avanti i migliori.
Perchè a volte basta un pugno di studenti per mettere in discussione un politico affermato.


Ecco perchè.
Guardatevi com'è andata una discussione pubblica tra uno dei candidati nella corsa al vertice del Grand Old Party.
Se non l'aveste ancora fatto date un'occhiata al ranking delle ricerche google per la voce "Santorum". Una google bomb.



AGGIORNAMENTO 7/01/12:
Il The New Yorker ha pubblicato una classifica dei sei candidati rimasti ordinandoli sulla base delle loro posizioni pro/contro scienza e tecnica. Santorum? E' l'ultimo.


Fonte:

giovedì 5 gennaio 2012

Due hashtag a mostrarci l'Italia che potrebbe essere 2/2 #Cortina


L'altra notizia invece è il potente influsso benefico degli ispettori del fisco sugli affari di Cortina. "L'Agenzia delle Entrate porta fortuna" titola il comunicato stampa. L'arrivo di 80 funzionari negli esercizi commerciali della località sciistica ha portato le vendite ad aumentare del 300% rispetto allo stesso giorno dello scorso anno, con picchi del 400% nei negozi di lusso. Non bastasse questo ecco un'altra chicca:

"Su 133 auto intestate a persone fisiche, 42 appartengono a cittadini che fanno fatica a

“sbarcare il lunario”, avendo dichiarato meno di 30 mila euro lordi di reddito sia nel

2009 sia nel 2010, mentre 16 auto sono intestate a contribuenti che hanno dichiarato

meno di 50 mila euro lordi."
A chi oggi replica che questi controlli potevano svolgersi in silenzio dietro una scrivania, senza eccessi propagandistici o demagogici, incrociando informazioni sui redditi tramite software: semplicemente dico che non è vero. Per più ragioni.

a- Perchè quello che si è fatto a Cortina è inviare ispettori nei negozi e nei bar a registrare € per € tutte le operazioni di cassa. A fine giornata si fa il confronto con quanto mediamente viene dichiarato. Ecco spiegati i vertiginosi aumenti. Ed ecco dimostrato perchè non fosse possibile incrociare dati su computer;
b-Le auto di lusso non sempre (per usare un eufemismo) sono intestate ai legittimi proprietari. Difficile quindi ottenere dati senza una verifica in loco;
c-L'effetto deterrente della "rappresaglia" sul posto, vale più di qualsiasi somma recuperata dall'operazione.

Per chi volesse approfondire il Sole24Ore offre qualche interessante chiarimento nel merito della lotta all'evasione.
  
Intanto su twitter impazzano i 2 sarcastici hashtag #Cotechinoelenticchie e #Cortina, espressioni di una comunità internauta che non perdona e che sarcasticamente affonda i soggetti di queste vicende.

Uno sguardo alla preistoria: i titoli del Corriere del Gennaio 2011.
Godo.

Due hashtag a mostrarci l'Italia che potrebbe essere 1/2 #Cotechinoelenticchie

Se il buongiorno si vede dal mattino, da ieri ci sono almeno due episodi a gonfiare il mio ottimismo sul nuovo anno. Il 4 gennaio poteva essere un normale mercoledì di inizio 2012. E invece Calderoli presenta un'insolita interrogazione in Parlamento. Si domanda, il deputato leghista,
"Se corrisponda alla verità la notizia secondo cui la notte dell'ultimo dell'anno si siano tenuti dei festeggiamenti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri in Palazzo Chigi".
Il tono inquisitorio fa sorridere, se si pensa a quali altre feste Palazzo Grazioli e Arcore ci avevano abituati. Prosegue imperterrito con perentorie richieste di chiarimento su ogni dettaglio, domandandosi:

"Chi erano gli invitati?" "se la festa avesse le caratteristiche di manifestazione istituzionale ovvero di natura privata; quanti fossero gli invitati alla festa di cui sopra e a che titolo vi abbiano partecipato; se l'iniziativa sia stata effettivamente disposta dal presidente del Consiglio Mario Monti; se tra gli invitati figurassero anche le persone care al presidente; chi abbia sostenuto gli oneri diretti e indiretti della serata, con particolare riferimento alla sicurezza e agli straordinari del personale addetto, e se gli stessi sono stati già corrisposti; se non si ritiene inopportuno e offensivo verso i cittadini organizzare, in un momento di crisi come quella attuale, una festa utilizzando strutture e personale pubblici".

L'interrogazione sfocia nel grottesco affondo: "Se è vero si dimetta".

Non tarda ad arrivare in serata la replica di Palazzo Chigi (riportata integralmente qui). Il premier replica con tono puntiglioso ad ogni perplessità, con sfumature di velata ironia.
"Gli acquisti sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie). 
Il Presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l’Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente"
Insomma il cenone c'è stato. Apriti cielo. Calderoli proprio non ci sta a chiudere qui la questione. Come conferma nell'intervista a Libero di oggi.

"Quand’anche, resta il fatto che tenere aperto Palazzo Chigi l’ultimo dell’anno, anche solo per quanto riguarda il personale, ha un costo enorme. E nemmeno solo economico: stiamo parlando di persone che hanno dovuto rinunciare a trascorrere il Capodanno in famiglia per lavorare"

martedì 3 gennaio 2012

La retorica del nemico e il periodo che non torna

"Caro giovane disoccupato, oppure lavoratore, e quindi sicuramente precario. Caro giovane di sinistra, o di destra, o di nessuno, o del migliore offerente."

Bastano le prime due righe per intuire che il resto della lettura non sarà esaltante. E' l'inizio di un articolo apparso su l'Unità il 27 Dicembre, "Lettera a un giovane sedotto dall'ichinismo", a firma di Leonardo. Il tono falsamente comprensivo e paternale dissimula a malapena delle velenose frecciate al senatore del Pd. L'ultima palesemente esplicita. 
"Io resto scettico, ma è Ichino l'esperto. 
E lui sta pur tranquillo che non lo licenzia nessuno."

Che detta così non significa nulla, pura demagogia. Sufficiente però a passare un doppio messaggio. Da una parte la critica infantile contro l'esperto, il saputello che pretende di capire tutto. Come quando Bonanni dà della "maestrina" al Ministro Fornero. "In fondo non deve poi essere tanto esperto se non capisce le ovvietà che scrivo" sembra dire Leonardo. "Dunque è in malafede." 

Dall'altro lato la critica ancora più bassa. "La fa facile lui a parlare, ha il posto fisso. Non gliene frega nulla dei lavoratori precari".

Finito l'articolo rimane la sensazione che lui, Leonardo, delle proposte di riforma in discussione sappia ben poco, che non si sia informato granchè. Non c'è accenno concreto a modifiche legislative. Non c'è nessun riferimento. Anzi, alcune affermazioni sono evidentemente false. E la conferma di quest'impressione arriva con la risposta, questa sì nel merito della discussione, del diretto interessato, Ichino. Merita una lettura.

Su tutto resta una piacevole consapevolezza. Un odore stantio esala dalle parole del giornalista. Non basta il timido accenno a Facebook per rendere contemporaneo un articolo che è terribilmente vecchio. Perchè la forma vale poco, davanti a questa misera sostanza. Un linguaggio di un tempo morto e sepolto: la retorica del nemico, del noi lavoratori buoni contro i cattivi legislatori, corrotti e legati a doppio filo con le imprese. Ma basta.   
Che lo vogliamo o no, riforme vanno fatte. Torniamo a discuterne.

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