martedì 24 gennaio 2012

Mancava solo la casta dei fannulloni

Tralasciando l'ironia è demotivante sentire il coro di polemiche di fronte alle dichiarazioni del vice-ministro Michel Martone. Affermazioni che non superano nemmeno la soglia dell'ovvio. «Dobbiamo iniziare a dare nuovi messaggi culturali: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto professionale sei bravo e che essere secchioni è bello, perché vuol dire che almeno hai fatto qualcosa».
Ancora mi domando cosa ci sia di anomalo. Sarà lo stile, avrebbe potuto dire che chi si laurea a 28 anni è uno "non troppo bravino", un "diversamente studioso", e giù con la sagra del politically correct. Tuttavia non può essere una questione di stile ad aver generato la levata di scudi del mondo accademico. L'Unione degli studenti infuriata ostenta già la propria indignazione "Constatiamo di essere di fronte alla classica dichiarazione di una persona che non ha un minimo attaccamento con la realtà di cui parla, né tantomeno un briciolo di rispetto per gli studenti e le famiglie che ancora oggi, nonostante le mille difficoltà economiche e un'organizzazione della didattica spesso incoerente, cercano di proseguire nel percorso ad ostacoli della laurea: ostacoli di ordine economico e sociale". Mancherebbe solo la chiusa retorica sui cassintegrati e...ah no c'è anche quella. " "lo vada a spiegare ai figli dei cassintegrati che nonostante tutte le difficoltà continuano a frequentare l'università, magari costretti ad un lavoro in nero".
Da dentro Montecitorio c'è chi si accoda, come Antonio Borghesi dell'IDV. E anche chi è fuori ma sbraccia in tutti in modi per rientrare: Paolo Ferrero su Twitter tuona "Martone, sfigato sarà lei!" (aggiungerei " pappappero"). Proprio sul social network la discussione impazza sulla scia dei due hashtag #Martone e #Sfigato. E i commenti sono tutt'altro che benevoli.
Martone in serata ha corretto il tiro, come se ce ne fosse davvero bisogno: ha specificato di riferirsi a chi, pur avendo tutti i mezzi, preferisce laurearsi comodamente in otto anni. Era necessario? A me era sembrata già una specifica sottintesa. Era palese che non parlasse di studenti lavoratori.
C'è da dire che l'uomo non è nuovo a questo genere di aspre uscite. Sentite la vivace discussione a "Le Invasioni Barbariche", dove aveva già reso noto il proprio duro punto di vista sulla competitività del paese e sulla questione dei giovani. Ma sentendo le repliche degli altri ospiti come non dargli ragione. ("Sei un malato, non sei mica normale","Ma quando te la godi" "Quelli come te..")
Continuo a non vedere il punto della questione. Il viceministro ha ragione senza se e senza ma. Chi si rimbocca le maniche trova sempre una strada. Chi non lo fa trova sempre una scusa.


Per chi volesse andare oltre la brillante questione "Sfigati sì, sfigati no" riporto lo studio della Fondazione Agnelli sui nuovi laureati e sugli effetti della riforma del 3+2. (Fonte: http://www.linkiesta.it)
Nuovi laureati. Lo studio della Fondazione Giovanni Agnelli

0 commenti:

Posta un commento

ShareThis